domenica 2 giugno 2019

Vogue Usa contro le fashion blogger: «Trovatevi un altro lavoro». Cosa ne pensate?

Ci sarebbero tante cose da dire... Partendo dalle origini, coloro che dettavano tendenze erano le signore altolocate e i Dandy per gli uomini. Però, se anticamente serviva per distinguere una classe da un altra, il popolo rimaneva solo a vedere, poteva solo sognare o immaginare le ricche vesti. Oggi grazie alla visibilità ottenuta dal web, le fashion blogger sono ricercate, copiate, sia dalle giovani che dalle adulte. Il mondo cambia in continuazione e così tutto ciò che lo contiene.
Quando studiavo mi ricordo che lo stilista spesso imponeva la Moda e lo stile che creava e progettava attraverso le collezioni e le sfilate. Bisognerebbe chiedersi, perché sono cosi seguite? Cosa vedono in loro? Ma i giovani che studiano moda, che fine fanno?...

Di seguito l'articolo:

«Trovatevi un altro lavoro. State dichiarando la morte dello stile». La frase è stata scritta da Sally Singer, direttore creativo digitale del sito Vogue America, in un post che avrebbe soltanto dovuto riassumere la settimana della moda maschile. Destinatari di questo duro attacco sono le fashion blogger. Si proprio loro, quelle ragazze che spesso sono diventate famose nel mondo per il loro stile, per il concetto di street style che hanno creato e per outfit a volte bizzarri ma a prova di click (sui social) e di flash (agli eventi e in strada). Che poi è quello che a loro interessa. Vita dura dunque per Chiara Ferragni, Bryan Boy & fashion blogger varie: sono proprio tutte le giornaliste della famosa rivista americana ad aver unito le forze e le voci per un appello comune contro la categoria che ha segnato in qualche modo un’epoca del fashion system
La risposta di Bryan Boy
«È patetico come queste ragazze corrano continuamente su e giù per le sfilate, nel traffico, addirittura rischiando di essere investite — scrive anche la fashion reporter Sarah Mower — soltanto con la speranza di farsi fotografare». Se tutto questo non bastasse ci pensa Nicole Phelps, direttrice di Vogue Runway, a rincarare la dose: «Non è triste soltanto vedere queste ragazze pavoneggiarsi per i fotografi. Ma anche vedere quanti marchi partecipino al fenomeno accrescendolo». Stoccata finale quella della giornalista Alessandra Codhina: «Cercare lo stile in una prima fila composta da persone pagate è come cercare l’amore in uno strip club». Una presa di posizione netta quella della redazione online della rivista di moda più famosa al mondo. E ovviamente non sono mancate le (prime) reazioni: BryanBoy ha risposto alla provocazione dal suo account Twitter «Bullismo da cortile, semplice ed evidente», ha scritto. E tira anche in ballo Anna Dello Russo: «Si cambia per assistere a ogni sfilata eppure è una fashion editor e non una blogger». Agguerritissimo il blogger americano che, sempre via cinguettio social, ha postato la foto di Vogue Mexico che questo mese ha in cover Chiara Ferragni. Come direbbero i nostri antenati «Alea iacta est»: che sia davvero l’inizio della fine dei fashion blogger?

(Fonte)

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